Campi della legalità 2021: un’esperienza estiva nei beni confiscati alla mafia in Sicilia!

Torna il campo della legalità a Corleone (Palermo): possono preiscriversi giovanə tra i 16 e i 25 anni entro il 25 luglio .

L’iniziativa, promossa a livello regionale da Arci del Trentino, Arciragazzi Bolzano e cooperativa Altrimondi, vede in Provincia di Trento la partecipazione dello SPI-Cgil e il sostegno delle Politiche Giovanili della Provincia Autonoma di Trento.Prima della partenza i giovani parteciperanno a un percorso di formazione per conoscere la storia della mafia e dell’antimafia siciliana, attraverso tre laboratori e il manuale “Appunti di antimafia”, approntato dall’associazione. Il viaggio a Corleone si terrà dal 25 agosto al 1 settembre.

Per i giovani che vi partecipano sono un’occasione per sperimentarsi in azioni concrete contro l’illegalità. L’obiettivo principale è diffondere una cultura fondata sulla legalità democratica e sulla giustizia sociale, che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto. I terreni confiscati in Sicilia sono gestiti dalla Cooperativa “Lavoro e non solo”; circa 150 ettari tra Corleone, Monreale e Canicattì che producono tramite metodo biologico legami, pasta, olio, passata di pomodoro ed uva. I partecipanti alloggeranno a Casa Caponnetto, edificio adibito ad ostello e confiscato nei primi anni del duemila ai fratelli Grizzaffi, nipoti di Salvatore Riina.

I partecipanti saranno coinvolti in attività formative, incontri con personalità impegnate nella lotta alla mafia e visite alla scoperta del territorio, a Cinisi (Palermo) alla casa di Peppino Impastato, il giornalista e attivista siciliano noto per le sue denunce contro Cosa Nostra, a Portella della Ginestra, luogo della strage del primo maggio 1947, e a Palermo.

Al ritorno i giovani che hanno preso parte ai Campi, saranno chiamati a restituire alla cittadinanza la loro esperienza anche tramite apposite iniziative.

“Il fatto che ogni anno ci siano ragazze e ragazzi trentini che scelgono di sostenere con il proprio lavoro le realtà che gestiscono in Sicilia i beni confiscati a Cosa nostra e di conoscere meglio il fenomeno mafioso incontrando i protagonisti delle battaglie per la legalità, non è solo un gesto simbolico ma la reale costruzione di una comunità attenta e consapevole – dichiara Andrea La Malfa, presidente ARCI del Trentino – Un impegno che unisce il pensare al fare, che serve ai giovani per riflettere sull’importanza di essere cittadini attivi e consapevoli e sul potere mafioso, che resta uno dei grandi problemi troppo spesso sottaciuto dell’Italia”. Il percorso può essere riconosciuto dalle scuole superiori come progetto di “Alternanza scuola-lavoro”.

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